Ancora qualche settimana e la primavera lascerà il suo posto all’estate.
Accadrà come ogni anno attorno al 21 di giugno e con il Solstizio d’Estate, la bella stagione farà il suo ingresso trionfale e per l’occasione chiederà al sole di fermarsi in cielo un po’ più a lungo.
Il nome solstizio viene dal latino solstitium, una parola composta da sol, sole e stitium, fermo: “il sole si ferma”, infatti, nella giornata più lunga dell’anno, abbiamo la sensazione che il sole stia fermo, ritardando il momento del tramonto.
È un momento di passaggio in cui la primavera passa il testimone all’estate e per questo fin dall’antichità assume il significato simbolico del cambiamento. È l’inizio di un nuovo processo per la natura e viene celebrato in modi diversi in ogni angolo del mondo con feste e riti. Il sole che si fa più caldo e le giornate più lunghe portano fertilità e abbondanza alla terra che ha riposato durante l’inverno e ha iniziato a risvegliarsi nella primavera.
Per chi lavora la terra è il momento per organizzare la semina e la raccolta nei campi.
Immaginiamo che anche per i Nuragici, attenti agricoltori,dovesse essere un momento importante come confermano gli studi fatti sull’orientamento astronomico del Nuraghe Losa che risulta perfettamente inscritto lungo gli assi solstiziali.
Per quest’anno, che si risveglia dopo un lungo periodo di pandemia, abbiamo organizzato ben 5 appuntamenti dedicati al Solstizio.
Saranno con noi l’astrofisica Barbara Leo dell’Associazione Orbitando e l’archeologa Ilaria Montis del progetto Sardegna Sacra. Abbiamo chiesto loro di darci qualche anticipazione.
Barbara, ci racconti di lei.
Sono un’astrofisica e divulgatrice scientifica, presidente dell’Associazione Orbitando e collaboratrice del Planetario de L’Unione Sarda.
Per me le stelle non sono un lavoro, sono la mia passione, e ho sognato di fare questo lavoro da quando avevo 5 anni (forse anche prima)!
Sabato 18 giugno osserveremo con lei il tramonto del Solstizio d’Estate al Nuraghe Losa. Ma cosa avviene nel cielo nel passaggio tra la primavera e l’estate?
Il cielo è lo strumento che nel passato veniva utilizzato per avere un’indicazione
del tempo che trascorreva, ma anche del tempo che si ripeteva: infatti, mentre alcune stelle erano lì, sempre presenti ad indicare la via, alcune altre, “scomparendo” e “riapparendo” nel cielo a seconda del periodo, indicavano il passaggio delle stagioni.
La primavera è la stagione del Cancro, del Leone, della Vergine, insieme all’Idra e al Corvo.
In estate saranno altre le costellazioni: quelle della Bilancia, dell’Ofiuco, la tredicesima costellazione zodiacale, ma soprattutto dello Scorpione e del Sagittario, che ci indicheranno il centro galattico, dove è presente SagittariusA*, il buco nero centrale della Via Lattea, la cui foto è stata presentata qualche giorno fa.
Durante la primavera la luce toglie il passo al buio, le giornate sono sempre più luminose, fino al giorno del Solstizio d’estate, in cui le ore di luce saranno le maggiori di tutto l’anno, quindi la nostra Stella, il Sole, ci farà compagnia per molte ore e sarà nel punto più alto del cielo rispetto all’orizzonte.
Ilaria, ci racconti un po’ di lei.
Sono un’archeologa professionista, mi sono laureata e specializzata all’Università di Pisa in Archeologia del Vicino Oriente. Ho conseguito poi il master in Geotecnologie per l’archeologia all’Università di Siena e il Dottorato di ricerca in Scienze e tecnologie per l’archeologia e i Beni Culturali all’Università di Ferrara.
Ho lavorato come assegnista di ricerca all’Università di Cagliari, dipartimento di Storia, Beni Culturali e Territorio. Oggi lavoro come archeologa libera professionista e sono membro della Missione archeologica dell’Università di Tubingen per gli scavi al Tofet di Sant’Antioco.
Autrice di numerose pubblicazioni scientifiche, attualmente svolgo ricerche indipendenti sull’archeologia del sacro, coniugando il mio interesse per la spiritualità antica e contemporanea alle competenze di archeologa. Al fine di divulgare queste tematiche e la comprensione degli antichi luoghi sacri attraverso le testimonianze dell’archeologia ho ideato, nel 2016 il progetto Sardegna Sacra, articolato in escursioni, viaggi, conferenze, seminari e pubblicazione di contenuti divulgativi nel sito www.sardegnasacra.it
Perchè si ritiene che per i nuragici il Solstizio d’Estate fosse un momento importante?
Per tutte le popolazioni antiche i solstizi erano momenti importanti e con molteplici valenze. L’eco di questa importanza la possiamo intravedere nelle date di feste religiose ancora celebrate, come il Natale e la festa di San Giovanni nel Cristianesimo. Non possiamo dire quando l’essere umano abbia iniziato a osservare il cielo, ma oggi sappiamo che da tempi molto remoti, presumibilmente fin dal Paleolitico, l’osservazione del Sole e della Luna erano utilizzati per contare i giorni e hanno quindi dato luogo al concetto di “tempo”.
Con l’avvento delle civiltà agricole il collegamento tra osservazione degli astri, cicli stagionali e i cicli agrari si fa più forte e investe i diversi ambiti sociale, produttivo e religioso. Il calendario era un calendario sacro, scandito dalle feste religiose che segnavano momenti importanti nei cicli stagionali, collegati agli astri, e importanti momenti di incontro per la comunità e per comunità vicine.
I due Solstizi, in quanto momenti che segnano i momenti principali del ciclo solare, corrispondenti ai punti di arresto del Sole lungo l’eclittica, e in particolare le albe e i tramonti, sono allo stesso tempo punti di riferimento temporali e momenti intrisi di un intenso significato religioso in quanto epifanie, ovvero manifestazioni del Sacro, che le diverse culture hanno interpretato in modi diversi ma analoghi nelle proprie mitologie e religioni.
Ecco perché possiamo essere sicuri che i nuragici non facessero eccezione.
Ma c’è di più.
I Nuraghi, come tantissimi monumenti architettonici dalla preistoria a oggi sono stati progettati e costruiti tenendo in modo da indicare e esprimere coi loro orientamenti direzioni che indicano momenti legati a eventi astronomici precisi: il Nuraghe Losa, ad esempio, è stato costruito orientando le mura dei suoi bastioni in modo da coincidere con l’incrocio degli assi solstiziali, indicando quindi le albe e i tramonti di entrambi i solstizi. Un tale sforzo progettuale e costruttivo indica l’importanza che veniva attribuita a questi momenti da un punto di vista simbolico, e l’esigenza di legare il significato del nuraghe proprio a questi momenti. Questo ovviamente non preclude che il nuraghe in sé avesse molteplici significati e fosse il centro di molteplici attività comunitarie, ma sicuramente ci autorizza quantomeno a ipotizzare momenti di celebrazione collettiva e di festa in occasione dei due Solstizi.
Il Solstizio d’Estate, come momento culminante del Ciclo Solare, è il momento di massima luce, Il Sole splende in cielo nel punto più alto che può raggiungere (punto di declinazione massima lungo l’eclittica) e le ore di luce superano le ore di buio. È quindi la festa della Luce per eccellenza, ed è sicuramente molto suggestivo immaginare il popolo dei Nuraghi lì, ad attendere l’alba in un giorno speciale come questo.
Abbiamo scoperto un po’ di più sul solstizio, ora vi aspettiamo al nuraghe Losa per vivere l’alba e il tramonto di questi giorni speciali in tutta la loro bellezza e magia!
I nostri appuntamenti con il Solstizio d’Estate:
Per ulteriori informazioni clicca qui
Prenotazioni entro il giorno precedente all’evento
+39 0785 52302 | +39 331 9128790
info@nuraghelosa.net
Ringraziamo Old Stones Design di Davide Onida per l’elaborazione grafica delle immagini.