Solstizio d’estate 2023
Il 21 giugno alle 16.57 si verificherà il solstizio d’estate e il sole illuminerà la giornata per ben 15 ore!
L’estate astronomica avrà ufficialmente inizio, mentre l’estate metereologica è già iniziata dal 1° giugno…nonostante le piogge quotidiane ci abbiano confuso le idee!
Una primavera piovosa e temperature ancora basse ci fanno accogliere con maggiore entusiasmo il Giorno del sole, nella speranza che l’agognata estate inizi per davvero!
È un giorno speciale, quello del Solstizio d’Estate, quando il giorno primeggia sulla notte, la notte sul buio. Sembra che il sole si fermi in cielo più a lungo ritardando il tramonto, per donarci un istante di luce in più. Il Sole, allo Zenith, raggiunge la massima distanza dall’equatore e la Terra riceve la massima quantità di ore di luce: è il giorno più lungo dell’anno e da allora in poi, fino al solstizio invernale, le giornate diventano sempre più corte.
A scuola abbiamo imparato che il passaggio da una stagione all’altra avviene il 21 dei mesi di marzo, giugno, settembre e dicembre. In realtà la data di inizio dell’estate varia e può cadere tra il 19 e il 21 di giugno. Dobbiamo questa variazione al calendario gregoriano in adozione del 1282 che ha codificato la durata degli anni in 365 giorni, anche se in realtà la terra impiega un po’ di più per compiere la sua rivoluzione attorno al sole. Per ovviare al problema del divario tra la durata di un anno e la durata effettiva della rivoluzione terrestre, furono introdotti gli anni bisestili, et voila, scoperto il mistero del giorno di inizio del solstizio che varia di anno in anno!
Il nome solstizio viene dal latino solstitium, una parola composta da sol, sole e stitium, da “sistere”, fermarsi: “il sole si ferma” nel moto apparente del nostro astro nel cielo. Infatti nella giornata più lunga dell’anno e fino al 24 giugno, il giorno di San Giovanni, abbiamo la sensazione che il sole stia fermo, ritardando il momento del tramonto.
È un importante momento di passaggio in cui la primavera passa il testimone all’estate e per questo fin dall’antichità assume il significato simbolico del cambiamento. È l’inizio di un nuovo processo per la natura e viene celebrato in modi diversi in ogni angolo del mondo con feste e riti. Il sole che si fa più caldo e le giornate più lunghe portano fertilità e abbondanza alla terra che ha riposato durante l’inverno e ha iniziato a risvegliarsi nella primavera.
È il momento di raccogliere quello che si è seminato in inverno.
Si raccolgono i frutti, si raccoglie il grano maturo e si semina il grano saraceno. Si raccolgono il fieno e il foraggio per gli animali in previsione della stagione fredda.
Con le prime civiltà agricole nascono le feste solstiziali, in ogni angolo del mondo.
Lo celebravano gli antichi Greci che consideravano il solstizio d’estate “la porta degli uomini e il solstizio d’inverno “la porta degli dei”.
Le popolazioni precolombiane dedicavano la giornata al sole. I romani, per l’occasione, onoravano Giano Bifronte che proteggeva i momenti di passaggio.
I celti accendevano falò benauguranti. A Stonehenge e Avebury ancora si osserva il fenomeno del sole che illumina la heel stone, l’altare centrale.
Gli antichi cinesi omaggiavano lo yang, l’energia positiva che raggiungeva nel solstizio il massimo splendore.
Nei paesi scandinavi ancora oggi si accendono fuochi per scacciare l’oscurità e si danza attorno a un albero adorno di fiori.
Con l’arrivo del cristianesimo i riti pagani legati a questo momento cruciale vennero sostituiti con le celebrazioni di due santi dallo stesso nome: San Giovanni Battista per il solstizio estivo e San Giovanni Evangelista per quello invernale.
Ancora oggi San Giovanni viene celebrato con riti che mescolano il sacro e il profano.
In Sardegna nella notte del 24 giugno si raccolgono le erbe magiche che si appendono negli usci delle case a proteggerle dalle energie negative; si prepara l’acqua di San Giovanni e si saltano i fuochi per i riti del comparatico.
Immaginiamo che anche per i Nuragici, attenti agricoltori, dovesse essere un momento importante come confermano gli studi fatti sull’orientamento astronomico del Nuraghe Losa che risulta perfettamente inscritto lungo gli assi solstiziali.
Il cielo in passato era l’unico calendario conosciuto. Lo scenario notturno cambiava in continuazione segnando la cadenza dei cambi di stagione che da sempre scandiscono il ritmo della natura che si sveglia e si riposa nell’arco dell’anno solare.
Riportiamo le parole dell’archeologa Ilaria Montis (che sarà con noi per il tramonto di martedì 20 giugno e l’alba di mercoledì 21 giugno) a proposito dell’importanza del solstizio per i popoli antichi e soprattutto per i nuragici:
“Con l’avvento delle civiltà agricole il collegamento tra osservazione degli astri, cicli stagionali e i cicli agrari si fa più forte e investe i diversi ambiti sociale, produttivo e religioso. Il calendario era un calendario sacro, scandito dalle feste religiose che segnavano momenti importanti nei cicli stagionali, collegati agli astri, e importanti momenti di incontro per la comunità e per comunità vicine.
I due Solstizi, in quanto momenti che segnano i momenti principali del ciclo solare, corrispondenti ai punti di arresto del Sole lungo l’eclittica, e in particolare le albe e i tramonti, sono allo stesso tempo punti di riferimento temporali e momenti intrisi di un intenso significato religioso in quanto epifanie, ovvero manifestazioni del Sacro, che le diverse culture hanno interpretato in modi diversi ma analoghi nelle proprie mitologie e religioni.
Ecco perché possiamo essere sicuri che i nuragici non facessero eccezione.
Ma c’è di più.
I Nuraghi, come tantissimi monumenti architettonici dalla preistoria a oggi sono stati progettati e costruiti tenendo in modo da indicare e esprimere coi loro orientamenti direzioni che indicano momenti legati a eventi astronomici precisi: il Nuraghe Losa, ad esempio, è stato costruito orientando le mura dei suoi bastioni in modo da coincidere con l’incrocio degli assi solstiziali, indicando quindi le albe e i tramonti di entrambi i solstizi. Un tale sforzo progettuale e costruttivo indica l’importanza che veniva attribuita a questi momenti da un punto di vista simbolico, e l’esigenza di legare il significato del nuraghe proprio a questi momenti. Questo ovviamente non preclude che il nuraghe in sé avesse molteplici significati e fosse il centro di molteplici attività comunitarie, ma sicuramente ci autorizza quantomeno a ipotizzare momenti di celebrazione collettiva e di festa in occasione dei due Solstizi”.
Vi auguriamo un buon solstizio e un buon risveglio e vi aspettiamo al nuraghe Losa per vivere l’alba e il tramonto di questi giorni speciali in tutta la loro bellezza e magia!
I nostri appuntamenti con il solstizio d’estate.